Il Museo Vulcanologico dell’Etna è situato a Nicolosi, un piccolo comune della provincia di Catania da molti definito come “La Porta dell’Etna” per la sua posizione geografica, in quanto rappresenta il punto di partenza principale per le escursioni sull’Etna. Il Museo Vulcanologico dell’Etna è stato inaugurato nel 2002 e recentemente rivisitato con dei contenuti più moderni, oltre ad essere stato rinominato come Volcano House, sebbene la nomenclatura originaria resta ancora la più diffusa.
Nei locali del Museo Vulcanologico dell’Etna è possibile ammirare numerose esposizioni legate al vulcano più alto d’Europa, con fotografie e gigantografie dell’imponente montagna siciliana e delle sue scenografiche eruzioni. In un’altra sala è stata realizzata un’area per la riproduzione multimediale, dove vengono riprodotti continuamente dei documentari sull’Etna e sulla sua attività vulcanica, ripercorrendo le colate laviche più note, dalle più antiche fino alle più recenti. In un altro padiglione sono invece esposte varie pietre laviche, tra rocce e cristalli, prodotti dalle eruzioni dell’Etna. In questo spazio sono anche esposti dei pannelli che illustrano la formazione e l’evoluzione dei vulcani da un punto di vista scientifico.
L’attività vulcanica dell’Etna è antichissima, la cui formazione risale a circa 600000 anni fa. La storia della Sicilia orientale è stata da sempre influenza dalla presenza dell’Etna, sia nel bene che nel male. La storia siciliana ci racconta di numerose colate laviche che, in diverse epoche, sono state in grado di radere al suolo una vasta area della Sicilia. Le prime informazioni sull’attività vulcanica dell’Etna risalgano al 737 a.C., menzionata da Tucidide, uno dei principali esponenti della letteratura greca. Altre eruzioni vulcaniche dell’Etna passate alla storia e ancora oggi ricordate sono quelle del 1614, la quale durò ininterrottamente per ben 10 anni, a cui si deve la formazione di numerose grotte laviche ancora oggi visitabili, e la disastrosa colata lavica del 1669 che non solo arrivò fino a Catania, ma si estese ancor di più raggiungendo il mare, allungando notevolmente la costa catanese di oltre 1 km, dove oggi sono presenti diversi luoghi residenziali.
Nonostante l’Etna è stato spesso origine di panico e distruzione, a causa delle sue imprevedibili colate laviche, i siciliani sono sempre stati bravi a sfruttare la sua presenza ottenendone un vantaggio. L’elevata quantità di pietra lavica prodotta dall’Etna è stata da sempre utilizzata dai siciliani per la realizzazione di numerosi edifici e monumenti. Gran parte del Barocco siciliano del Val di Noto è stato realizzato grazie all’uso di questa pietra lavica, con importanti Chiese, edifici nobiliari e importanti palazzi che presentano numerosi tratti con questo particolare materiale. Dalla lavorazione della pietra lavica vengono realizzate anche i basalti con cui si costruiscono tantissime strade in Sicilia. L’Etna, che come un vecchio saggio guarda la Sicilia dall’alto verso il basso, grazie alla sua imponente altezza di circa 3350 metri, spesso punendola con la forza, resta comunque una delle principali risorse per l’intera regione, potendolo trovare in ogni angolo di tutte le città siciliane.
Il Museo Vulcanologico dell’Etna è situato nel centro storico di Nicolosi, che si può raggiungere in diversi modi grazie all’ottima rete stradale presente in Sicilia, permettendo a tutti i curiosi e agli appassionati di arrivarci partendo da qualsiasi punto della Sicilia, sia in auto che in automobile, complici le efficienti autolinee regionali che collegano le varie città siciliane.