Tra gli edifici più antichi della città di Caltanissetta vi è il monumentale Castello di Pietrarossa, un particolare edificio di epoca medievale ricco di fascino e misteri. Le origini del suo nome sarebbero riconducibili al colore dei mattoni utilizzati per la sua costruzione, sebbene siano ancora ricorrenti tesi diverse che lo attesterebbero ad altre motivazioni, spaziando tra diverse correnti di pensiero che ne descrivono le origini circa il nome di un’antica famiglia nobiliare o legato ad un determinato fatto storico ancora non propriamente ricostruito. Di questo splendido edificio ne resta solo qualche rudere, con la particolarità di essersi plasmato con la roccia sottostante, quasi come a diventarne una sua estensione artificiale.
Sulle origini del Castello di Pietrarossa a Caltanissetta vi sono numerose versioni, poiché questo magico monumento racchiude tantissimi misteri, anche perché la quasi totalità dei documenti storici del medioevo nisseno sono totalmente andati perduti. Le ipotesi più accreditate lo vedrebbero collocato nel periodo storico dei bizantini in Sicilia, con una probabile edificazione ultimata tra il 750 d.C. e l’800 d.C., anche se, tuttavia, potrebbero esserci alcune divergenze, dato che in ciò che rimane dell’edificio sono state rinvenute alcune incisioni in greco, che, quindi, lo vedrebbero riconducibile ad alcuni secoli prima, se non addirittura a un periodo ancora più antico, visto che sono frequenti i riferimenti al primo alfabeto sicano. Vista la presenza di così tanti elementi storici, l’idea più plausibile è che il Castello di Pietrarossa sia stato utilizzato, nel corso dei secoli, da più popolazioni, ognuna delle quali ne ha apportato delle modifiche e impresso il proprio stile caratteristico. Per quanto riguarda le informazioni certe, poiché documentate, si sa che il Castello di Pietrarossa raggiunse particolare importanza durante il periodo aragonese, in quanto fu scelto per essere la sede di uno dei tre parlamenti siciliani. Durante il Quattrocento passò sotto il controllo della famiglia Moncada, scopri anche Palazzo Moncada, così come la gran parte degli edifici nisseni, divenuti Conti di Caltanissetta. Durante il loro periodo storico, il Castello di Pietrarossa venne riqualificato a soli usi militari, coi sotterranei che ne ospitavano le prigioni. Nel 1567 il Castello di Pietrarossa venne distrutto da un crollo dovuto alla fragilità della roccia sul quale fu costruito.
Originariamente, il Castello di Pietrarossa era edificato su tre piani, protette da tre grandi torri realizzate con mattoni di pietra rossa, le quali, oltre alle più tradizionali funzioni d’avvistamento, conteneva anche le cisterne d’acqua che avrebbero servito gli abitanti della struttura. Le torri sono i punti principali del Castello di Pietrarossa ad essersi conservate, potendone effettuare delle supposizioni sulla sua originaria forma. La torre centrale era la più grande di tutte, alta circa 25 metri e sormontava l’edificio culminando con un motivo ghibellino, da cui le vedette potevano effettuare gli avvistamenti.
Il Castello di Pietrarossa si trova nella parte orientale della città di Caltanissetta, comunque in prossimità di numerosi collegamenti urbani che ne permettono il facile raggiungimento. Si può arrivare a Caltanissetta in diversi modi, principalmente attraversando le Strade Statali 122, 640 e le Strade Provinciali 1, 96, 128, 134 e 155, servite anche dagli autobus delle autolinee siciliane che collegano la città nissena al resto della Sicilia. Tramite la Stazione Ferroviaria di Caltanissetta è possibile arrivare anche in treno, mentre chi si sposta in aereo può fare affidamento verso l’Aeroporto Fontanarossa di Catania, distante circa 110 km, o l’Aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo, a circa 160 km, ben serviti dalle principali compagnie aeree nazionali e internazionali.