storia di san cataldo

Casale di Calironi: l’antica città di San Cataldo fino all’istituzione del suo comune

La città di San Cataldo gode di una storia antichissima, in quanto popolata già nella preistoria e, successivamente, governata dai vari popoli che si insediarono in Sicilia, in cui spicca su tutti il periodo greco, grazie alla quale l’antica cittadina siciliana avviò una grande espansione. Dopo l’avvento della popolazione greca e di quella romana, subito dopo, non si hanno troppe informazioni a riguardo sulla storia di San Cataldo, eccetto per una sporadica apparizione della popolazione araba, lasciando presagire la possibilità che sia stato quasi totalmente abbandonato, probabilmente perché la popolazione di quel tempo preferiva spostarsi lungo le coste della Sicilia, da cui era anche più facile commerciare. Per ripercorrere la storia sancataldese bisognerà attendere il Duecento, ovvero quando fu fondato il centro urbano che avrebbe poi dato vita all’attuale città. In quel tempo, questo territorio prendeva il nome di Casale di Calironi, sebbene nel dialetto locale veniva più comunemente chiamato “Casali di Caliruni”, derivante dal termine greco Kalyroon.

Il Feudo di San Cataldo

Nei documenti storici si cita San Cataldo, più precisamente col suo antico nome di Casale di Calironi, come un feudo appartenuto alla famiglia Barresi, i quali governarono su queste terre per lungo tempo. Il Trecento è un periodo molto particolare per questa città, in quanto segna il passaggio del dominio dei Barresi a Bernardo de Siniscalco, voluto direttamente da Federico III, Re di Trinacria, in seguito alla ribellione di uno dei componenti della famiglia nobiliare, Giovanni Barresi. I nuovi governatori furono in grado di estrarre il meglio della città, portandola ad espandersi sempre di più.

La Baronia di San Cataldo

Il processo espansionistico fu davvero consistente, tanto che si decise di elevare il feudo a una vera e propria baronia, assumendo il nome di Baronia di Fiume, dovuto alla presenza di un corso d’acqua che attraversava il suo territorio e ne favoriva gli insediamenti urbani. L’antica Baronia di San Cataldo era composta da ben 9 feudi e da altrettante terre comuni, alcune delle quali sono rimaste in vita fino ai giorni nostri diventando sue piccole frazioni. L’antico territorio di San Cataldo passò in mano alla famiglia Galletti nel Cinquecento, consegnata a Lancillotto Galletti tramite il matrimonio con la figlia di Antonio Salomone, precedente governatore.

La nascita del Comune di San Cataldo

Per vedere il nome attuale di San Cataldo attribuito a questo territorio, bisognerà attendere fino al Seicento, in cui questo centro urbano divenne le fondamenta del successivo Comune di San Cataldo. Il 18 luglio 1607 Nicolò Galletti, divenuto reggente della famiglia a capo di San Cataldo, chiese a Filippo II, Re di Sicilia, l’autorizzazione per elevare ufficialmente il territorio a Baronia, che arrivò solo nel 1621 con Filippo III e Vincenzo Galletti, figlio di Nicolò. La scelta del nome San Cataldo venne suggerita direttamente dal vescovo di Agrigento, in quanto l’originario Comune di San Cataldo apparteneva inizialmente al territorio di Girgenti, il nome con cui si indicava l’antica città agrigentina, e non a Caltanissetta, come adesso, a cui passò solo nel 1818. Lo storico Comune di San Cataldo è conosciuto anche per essere stato uno dei più attivi nella rivolta contro i Borbone, alleandosi con le rivolte di Palermo, visto che la vicina Caltanissetta rimase fedele al governo dei Borbone.

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