Storia di Enna: dalla Preistoria al Medioevo
La città di Enna è, tra le località siciliane, una di quelle che può vantare una storia tra le più antiche in assoluto, con numerosi ritrovamenti pervenuti dagli scavi archeologici che confermerebbero l’esistenza di vari villaggi in questo territorio risalenti a vari millenni addietro, rappresentando uno dei punti nevralgici dello sviluppo demografico della Sicilia. È lecito credere che l’antica città di Enna fu tra i primi luoghi abitati dell’isola siciliana, probabilmente per la sua posizione geografica, ben protetta dalle montagne circostanti e ricca di numerosi punti in cui praticare l’agricoltura. Nel corso del tempo, evoluzione della storia di Enna è sempre stata molto singolare, tanto da renderla tra le più importanti città siciliane di sempre.
Il Neolitico di Enna
I primi abitanti di Enna arrivarono nel suo territorio nel lontano 8000 a.C., stanziandosi nelle immediate vicinanze del Lago di Pergusa, le cui acque facilitavano la crescita demografica e l’agricoltura. Di questi antichi villaggi datati a circa 10000 anni fa, restano oggi diversi reperti archeologici, coi resti degli insediamenti e una suggestiva necropoli, oltre a numerosi cimeli che sono custoditi presso il Museo Archeologico di Enna, tra i più rinomati centri museali del territorio siciliano.
Enna durante l’epoca dei Sicani
Tra le popolazioni che più di tutte lasciarono la loro impronta nella città di Enna vi sono i Sicani, definiti come una delle prime popolazioni ad abitare la Sicilia. Durante l’epoca dei Sicani, intorno al II secolo a.C., furono edificate alcune delle più importanti opere architettoniche di Enna, tra cui figurava una perfetta cinta muraria che circondava la città e ne garantiva una maggiore sicurezza da eventuali attacchi nemici. Questo sistema difensivo sorgeva nello stesso territorio in cui, tempo dopo, sarebbero stati edificati alcuni degli attuali monumenti più rappresentativi della città. Una delle leggende più affascinanti che riguardano Enna, vede la sua Torre Ottagonale edificata proprio dai Sicani, che la costruirono come uno dei perni principali delle loro mura difensive.
Enna tra i Greci e i Romani
L’arrivo dei Greci a Enna rappresentò un importante passo in avanti verso la crescita della città sotto diversi aspetti. Da un punto di vista sociale, i Greci diedero forma al culto religioso verso le divinità pagane, che i precedenti Sicani identificavano semplicemente come Dea Madre, promuovendo la fede verso Demetra. I greci applicarono anche diverse migliorie al sistema difensivo, tanto da rendere la città di Enna tra le più invalicabili, vincendo numerose battaglie contro i Romani, che furono in grado di penetrare e prendere il possesso di Enna solo nel 307 a.C. I Romani furono la popolazione che più di tutte sfruttò l’antica Enna: questa, grazie ai suoi terreni molto fertili venne definita il “granaio della Sicilia“. Questo sfruttamento non fece certo piacere ai poveri contadini, tanto che il malcontento generale fece sfociare in una guerra servile che causò tante vittime. I tempi cambiarono durante l’epoca imperiale, in cui Enna venne valorizzata e non sfruttata.
L’influenza Araba a Enna
Durante l’858 d.C. la città di Enna passò sotto il controllo degli Arabi, i quali avevano già conquistato gran parte della Sicilia, che fino a quel momento apparteneva ai Bizantini. Come spesso accadeva, anche in questa occasione la città di Enna mostrò le sue incredibili doti difensive, costringendo gli arabi ad eseguire più attacchi in successione per espugnare quella che era tra le ultime roccaforti dell’impero romano d’oriente. Durante l’epoca araba la città di Enna trovò importanti giovamenti, grazie alle nuove colture da essi introdotte, a cui si aggiunse un importante progresso tecnologico che migliorò diversi lavori artigianali.
L’espansione di Enna durante il Medioevo
Il Medioevo è il periodo che più di tutti mostrò la grandezza di Enna. Durante il periodo medievale la città di Enna divenne tra le più importanti della Sicilia, sia da un punto di vista economico che politico. I suoi principali monumenti, come il Castello di Lombardia, erano apprezzati da tutti i regnanti siciliani, i quali vi si recavano spesso in vacanza, oltre ad ospitare, in più occasioni, la sede del Parlamento Siciliano.